“Siamo dalla parte dei lavoratori e non ci pensiamo proprio a revocare lo sciopero contro i tagli previsti da Unicoop Tirreno e ribadiamo la nostra proposta all’azienda e alle altre organizzazioni sindacali: rinunciare a tutti i costi legati ai contratti integrativi locali che la cooperativa sostiene per l’agibilità sindacale”.

E’ la presa di posizione netta del segretario della Uiltucs, area Nord Toscana, Angelo Lieti, poche ore dopo l’assemblea fiume che si è tenuta giovedì sera alla camera del lavoro di Carrara alla quale hanno partecipato i dipendenti della Coop di Avenza e della nuova sede di Seravezza dove, d’altronde, è confluita parte dei lavoratori della ex sede di Massa.

D’altronde la coperta è corta e le mosse a disposizione nella trattativa non sono molte.

Il piano aziendale triennale dell’azienda, d’altronde, è chiaro: annullamento del contratto integrativo, chiusura di 13 punti vendita e cessione di altri 8 ad altre aziende e oltre 400 esuberi in “unità lavorative equivalenti full time” che, tradotto, significa oltre 600 teste da tagliare visto che il part time in Unicoop Tirreno è intorno al 50% (160 licenziamenti solo alla sede centrale di Vignale Riotorto).

D’altronde c’è da coprire una perdita di bilancio, nel 2016, da circa 25 milioni di euro e uno dei manager chiamati a risanare i bilanci dell’azienda, Franco Giampaoletti, è stato chiaro durante l’incontro avuto a Firenze con i sindacati: i costi legati all’agibilità sindacale previsti dai contratti integrativi locali, compresi di distacchi sindacali, ossia lavoratori pagati dall’azienda ma che operano per il sindacato, costano alla Unicoop Tirreno quasi un milione di euro all’anno.

Da qui la proposta della Uiltucs rilanciata da Lieti: “In questo momento di crisi potremmo sospendere queste opzioni in modo da far risparmiare un milione di euro all’azienda”. Significherebbe, magari, riuscire a salvare qualche posto di lavoro in più. Nel frattempo l’azienda ha aperto uno spiraglio per il dialogo convocando due tavoli con i sindacati per il 7 e 14 febbraio a Roma ottenendo, in cambio, di stoppare lo sciopero previsto per ieri di fronte alla sede centrale:

“Sia chiaro, noi eravamo per fare comunque lo sciopero e abbiamo accettato soltanto di sospenderlo e non di revocarlo – conclude Lieti – visto che l’azienda ha sì aperto il dialogo ma ha dichiarato che non c’è modo di ritoccare l’obiettivo di ripianamento delle perdite milionarie. D’altronde è questo il sentimento dei lavoratori di Avenza e Seravezza che giovedì hanno votato per la sospensione. Per quanto riguarda i tre punti vendita in Garfagnana che dovrebbero essere ceduti, Uiltucs farà tutto il possibile per tenere alta l’attenzione”.

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